Dall'Intelletto All'Intuizione by Alice A. Bailey

Dall'Intelletto All'Intuizione by Alice A. Bailey

autore:Alice A. Bailey [Bailey, Alice A.]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2012-04-17T12:22:01+00:00


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rigono la vita e gli appetiti fisici. Mediante una giusta educazione esso impara ad essere ricettivo alle impressioni emanate dalla mente e, anziché limitarsi a registrare e ricordare solo con i sensi, si abitua a rispondere alle impressioni del pensiero. La mente, a sua volta, tende per istinto ad accogliere ogni informazione esterna, ma può essere educata ad essere ricettiva nei riguardi dell’anima, registrando le informazioni provenienti da quella fonte elevata. Col tempo, possiamo acquisire facilità e pratica nell’usare il cervello o la mente in modo attivo o passivo, ed infine giungere ad una perfetta collaborazione fra questi, e quindi fra anima, mente e cervello. Tutto ciò che accade nei tre stadi che abbiamo considerato, può essere riassunto con le parole di Patanjali:

“Vincendo a poco a poco la tendenza della mente a saltare da un soggetto all’altro (cioè, concentrazione) e abituandosi a pensare in un’unica direzione (cioè, meditazione) si sviluppa il potere della contemplazione”80.

Quando i tre stadi sono simultanei, ci vien detto che “il triplice potere dell’attenzione, della meditazione e della contemplazione è più interiore degli altri mezzi di sviluppo già descritti”. È interessante notare che Malaval, nel suo secondo Trattato, Dialogo III, dice la stessa cosa, quando riunisce in un atto sintetico fede, meditazione e contemplazione. I conoscitori orientali e quelli occidentali pensano dunque nello stesso modo.

La contemplazione è stata definita anche da Evelyn Underhill nel suo utilissimo libro “Misticismo”, come “interludio tra due attività”. Durante questa pausa interviene un nuovo metodo di conoscere e di essere. Questo è forse il modo più semplice e pratico di spiegare la contemplazione. Un interludio in cui l’anima è attiva. Questa attività dell’anima è preceduta da quella che potremmo definire un’attività verso l’alto. Il cervello fisico è stato calmato e stabilizzato; anche il sentimento, o apparato sensoriale, e stato tranquillizzato e non gli è più consentito di registrare informazioni dal suo abituale 142

campo di consapevolezza; la mente è stata focalizzata e tenuta attivamente passiva nella luce che fluisce dal regno dell’anima. Si nega il passaggio a qualsiasi notizia proveniente dal mondo dei fenomeni ordinari. Tutto ciò per effetto della giusta concentrazione e meditazione. Segue poi l’interludio nel quale l’uomo riconosce di essere un’anima, dimorante nell’eterno e libera dalle limitazioni della forma. Tale interludio è necessariamente breve dapprima, ma col progredire delle facoltà di controllo, la sua durata aumenta. Chiave dell’intero processo sono la concentrazione e l’attenzione della mente

“mentre l’anima, l’uomo spirituale, l’essere percipiente, contempla”.

Altrove ho trattato per esteso l’uso della mente quale strumento dell’anima; ne riporto un paragrafo:

“Andrebbe chiarito, tuttavia, che il percipiente sul suo piano è sempre stato consapevole di ciò che viene ora riconosciuto. La differenza consiste nel fatto che lo strumento, la mente, è ora sotto controllo. È dunque possibile al pensatore imprimere nel cervello tramite la mente controllata, ciò che viene percepito. Anche l’uomo sul piano fisico percepisce contemporaneamente, e sono così possibili per la prima volta la vera meditazione e la contemplazione. Dapprima ciò avrà solo la durata di un breve istante. Un lampo di percezione intuitiva, un momento di visione e d’illuminazione, e tutto finisce.



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